BLANK
«Anche il Blank è un colore? Il Blank è un colore della mente. La mente ha un colore che non riusciamo mai a vedere perché c'è sempre qualche altro colore che passa per la mente e si sovrappone al nostro sguardo». Italo Calvino, 1985. Tra queste parole apparentemente inafferrabili, affiorano significati non scritti, capaci di generare altre domande e nuove idee che valgono più di un discorso. Ma che cosa è il Blank? Il colore del Blank è una tinta sbiadita e inconsistente o un invito a riflettere? È un vuoto dove ci si perde o dopo le sue sfumature c'è uno spazio più grande? Il colore della mente può essere il prisma del cambiamento? Nella traduzione di Blank troviamo la parola vuoto ma rimanda anche al bianco, che possiamo evocare come colore che unisce in sé tutti i colori. Ecco quindi che il vuoto e il colore diventano parole che fanno eco a noi stessi e si fondono in un pensiero che genera altri pensieri. Il vuoto non è solo una dimensione fisica ma anche mentale, interiore e spirituale, da cogliere e accogliere con la nostra percezione ma anche attraverso la riflessione e la contemplazione. L'installazione, attraverso il semplice quanto istintivo gesto del camminare, invita a immergersi simbolicamente nello spazio vuoto dove i colori si materializzano e si sovrappongono al nostro sguardo. Così l'incipit di Italo Calvino diventa un'esperienza che allude al vedere il vuoto e i colori uno per volta come sequenze ritmiche che ricordano i principi musicali e armonici. Le linee di colore del pavimento si intervallano con quelle prive di luce in una dimensione narrante, reale quanto immaginaria. Forse il colore del Blank è quell’interstizio tra le linee della mente, quello spazio che sta a noi colmare con la consapevolezza, la conoscenza e l'umanità?
Commissionata da Targetti Art Light Foundation presso Galleria d'Arte Moderna Il Castello - Brera Design District Milano